STORIE | Lampo, il cane viaggiatore di Campiglia Marittima: “una storia che emoziona…”

La ferrovia, inutile negarlo, ha contribuito in maniera sostanziale alla storia del nostro paese, è stata linfa vitale per il progresso, volano per la crescita dei paesi, per lo sviluppo economico e culturale di regioni intere. I treni e la ferrovia nascondono in sé aneddoti che se scoperti possono aiutare a capire molte cose. Per farlo però è necessario viaggiare, e per scoprire queste storie è necessario essere curiosi, domandare, capire, approfondire… 

Così in un pomeriggio piovoso di “Pasquetta” mi imbatto nella stazione di Campiglia Marittima, in provincia di Livorno, desideroso di osservare dal vivo una delle stazioni strategiche della Toscana, snodo ferroviario tra la linea Livorno-Roma e la breve tratta ferroviaria Campiglia-Piombino-Piombino Marittima che in un certo senso collega dal punto di vista ferroviario l’Isola d’Elba con il continente, ma è anche snodo strategico per i collegamenti con le acciaierie di Piombino. 

La stazione è una sorpresa positiva perché si presenta curata, estremamente ordinata e pulita e, soprattutto, illuminata. Efficiente con tutti i servizi annessi, certo desolatamente “vuota”, priva insomma della vita di una volta: non c’è il capostazione, le luci degli uffici sono spente, i portoni di servizio sigillati, ma questo fa parte purtroppo delle ferrovie moderne dove tutto il lavoro (o quasi) viene svolto dalle centralizzate sale di controllo poste nelle stazioni delle grandi città.

La sorpresa vera è però rappresentata dalla storia che porta con sé questa stazione situata in aperta campagna, a pochi chilometri dall’abitato di Venturina, e viene “anticipata” dalla nuovissima rotonda presente nel piazzale antistante il fabbricato viaggiatori dove è posto un monumento raffigurante un cane con la scritta che recita così: “a Lampo”.

In realtà le vicende di Lampo mi erano ben note già da tempo, ma non avevo mai visitato la stazione dal vivo (se non di passaggio con il treno, anche per Piombino con i diretti da Firenze, ndr) e, quindi, non avevo potuto “respirare” a fondo il clima di questa storia ferroviaria. Così lo possiamo fare adesso. Parcheggiata l’auto, si entra in stazione, dall’accesso più vicino rispetto ad un bar esterno che accoglie i viaggiatori (lato nord stazione), si percorre la banchina del binario uno da nord verso sud. Superata per la totalità la copertura del primo binario ecco che alla nostra sinistra appare un aiuola ben curata e, all’ombra di due grandi alberi, una statua raffigurante un cane con la zampina sollevata in segno di saluto. E’ Lampo, il cane ferroviere, con tanto di paletta e berretto “FS”; la statua fu posizionata in quel punto, dove fu sepolto quando morì (1961), nel lontano 1962 e le celebrazioni si consumarono in una mattina piovosa e umida, proprio come questo lunedì di Pasquetta.

Lampo è presente anche in un quadro appeso all’interno della stazione con tanto di dedica da parte delle Ferrovie Italiane.

La storia, che ha fatto il giro del mondo, in sintesi è questa. Sono i primi anni cinquanta, 1953 per l’esattezza, e un cane randagio si aggira nella stazione di Livorno. Un giorno un capostazione chiama l’accalappiacani e un ferroviere per salvarlo lo getta su un carro merci diretto a sud.
Arrivato a Campiglia Marittima, il cane scende dal treno e dopo qualche giorno viene praticamente adottato dal vice capostazione Elvio Barlettani che, a causa della sua velocità, lo chiama Lampo.
Dalla stazione di Campiglia, come detto nodo ferroviario con molto traffico, Lampo è in grado di prendere un treno per dovunque. Sale solo su treni passeggeri, nascondendosi sotto un sedile quando sente arrivare il controllore. Viaggio dopo viaggio Lampo visita ogni stazione nel raggio di 250 chilometri da Campiglia, diventando una presenza ben conosciuta: così fu avvistato a Livorno, Cecina, Pisa verso Nord, Follonica, Grosseto e persino a Roma verso sud, ma mai a Civitavecchia dove si narra non fu trattato benissimo la prima volta che provò a scendere dal treno.

La notte dorme nella stazione, ma al mattino salta sul treno locale per Piombino per accompagnare Virna Barlettani, la figlia del vice capostazione, a scuola e riprendere il treno per Campiglia subito dopo. Nel pomeriggio ritorna in treno a Piombino per riaccompagnare Virna a casa e poi di nuovo a Campiglia. Un giorno, però, il cane rimane intrappolato in una porta e il treno in partenza deve essere fermato per liberarlo. Un ispettore, che osserva l’accaduto, ordina di farlo sparire: Lampo viene caricato in un treno per il lontano sud (Napoli), con le istruzioni di abbandonarlo in aperta campagna, lontano da ogni stazione, ma il cane incredibilmente farà il percorso inverso e due giorni dopo è di nuovo a Campiglia Marittima.

Così viene deciso di accompagnarlo fino a Barletta (Puglia) e lasciarlo in affido ad un contadino, in aperta campagna. Dopo cinque mesi, malato e ferito, Lampo tornerà, ancora una volta… e per sempre. Diventerà famoso e finirà sui giornali nazionali ed esteri. Sarà anche filmato da diverse troupe televisive, mentre accompagna il capostazione sulle banchine dei treni, abbaiando in un cenno di intesa quando tutti i passeggeri sono saliti in carrozza e contribuendo così alla partenza dei treni stessi (alcuni macchinisti riveleranno che si mettevano in marcia una volta uditi i segnali del cane, sempre giunti dopo il segnale verde dei semafori, ndr).

Morirà nel 1961, purtroppo ucciso dal passaggio di un treno merci fuori orario, e alla stazione di Campiglia Marittima viene così eretta una statua in suo onore.

Elvio Barlettani, il vice capostazione, ha scritto un libro sulla sua storia intitolato “Lampo, il cane viaggiatore” edito dalla casa editrice La Bancarella di Piombino. E’ catalogato fra le letture per l’infanzia, ma è un’iniezione di poesia ed energia raccomandabile anche agli adulti. Soprattutto a quelli che dimenticano di essere stati bambini.
Esiste anche un libro a fumetti in inglese intitolato “Famous dogs: Lampo the travelling dog” realizzato da James E. McConnell e pubblicato dalla Look and Learn.

 

Di seguito alcuni filmati che ripercorrono la fantastica storia di Lampo, il cane ferroviere… buona visione.

 

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