Sono felice di poter dare notizia di questa iniziativa che si pone l’obiettivo di non spengere la memoria per una ferrovia sfortunata e che ebbe vita assai breve; 16 anni in tutto. Una ferrovia che, negli anni in cui frequentavo l’università, ebbe modo di coinvolgermi in una ricerca, lunga e appassionante, di fonti e testimonianze per raccontarne la storia, poi pubblicata in un libro nel 1999 di una raccolta di due sulle ferrovie in quel di Pontedera e dintorni, insieme agli amici Michele Quirici ed Enrico Agonigi.
La linea fu progettata con lungimiranza tecnica, di moderna concezione, con profilo altimetrico, opere d’arte adeguate che, per taluni, presupponevano solo il primo tronco di un lungo itinerario che avrebbe dovuto proseguire per la Valdera fino a Volterra e oltre. E un opera che, per le sue caratteristiche, risultò di facile realizzazione per la ditta costruttrice, la Parisi di Roma, avvezza a lavori ben più impegnativi. L’opera più rilevante, era il ponte sull’Arno a Calcinaia che, complice anche un periodo costellato da ripetute piene del fiume, costituì una bella prova negli anni della sua realizzazione (dal 15 maggio 1922 al 23 aprile 1926).
Pur nella sua breve vita (28 ottobre 1928 – agosto 1944), la linea, insieme alla Livorno-Collesalvetti, ebbe l’onore di essere il banco di prova per il primo esercizio sistematico con le prime automotrici non leggere, al fine di trovare economie nel trasporto passeggere che la trazione a vapore, seppure limitata a loco tender e pochi veicoli trainati, non riusciva a garantire per le caratteristiche intrinseche proprie e per l’ormai già palese concorrenza automobilistica, scelleratamente messa in atto con compiacenze politiche fin dagli anni Trenta, ma divenute smaccatamente clientelari nel dopoguerra, concedendo autorizzazioni a neonate imprese di trasporto privato. Delle caratteristiche dei nuovi mezzi su rotaia, classificate N.8.701, N.8.801, N.8.802 e che anticipavano le più famose Automotrici Leggere, sia a benzina che a nafta (ALb, ALn) poi meglio note con il nome “Littorine”. La linea, dopo un timido tentativo di ricostruzione, fu prima sospesa e poi definitivamente soppressa con un decreto del Presidente della Repubblica, il pontederese Giovanni Gronchi, nel 1958.
Queste poche note (magari in attesa che, se d’interesse, riproponga nella veste di articolo il contenuto del libro edito nel 1999 e oggi divenuto raro), per invogliare appassionati e curiosi, di ferrovie ma anche di storia locale, a partecipare all’evento che si terrà a Cascine di Buti il prossimo 23 settembre, curato e voluto da un attento e preciso ricercatore locale: Andrea Rossi.
Per necessità impreviste la data dell’incontro è spostata al 7 ottobre.
Qui il suo sito, per chi voglia già saperne di più: http://www.ferrovia-lucca-pontedera.com/
Fausto Condello