Da venerdì 27 a domenica 29 Settembre 2024 al Parco Fiere di Novegro è tempo di Hobby Model Expo, e cioè di uno dei più importanti avvenimenti di modellismo ferroviario del panorama nazionale, senza dubbio l’appuntamento storico con l’appassionante hobby sintetizzato nella parola magica: fermodellismo.
Binariedintorni non poteva mancare a questo appuntamento, e così ci siamo fatti una full immersion nel padiglione dedicato alle rotaie.
Snello ma efficacie lo stand di ATM Antonini Treni Modellismo, ad accoglierci il fondatore del marchio milanese Massimiliano Antonini, da qualche mese affiancato dal figlio Alessandro Antonini, quest’ultimo impegnato in alcuni interessanti nuovi progetti che andranno ad arricchire il “palinsesto” del 2025, oltre a portare avanti quelli già annunciati nel corso degli ultimi due anni e che sono in fase di lavorazione.
La promessa immediata dopo la stretta di mano e i rituali convenevoli: “tutti i progetti annunciati saranno ultimati e consegnati, compreso il tanto atteso carro generatore, ci siamo presi un po’ più di tempo perché abbiamo deciso di migliorare alcuni aspetti”.
Ecco che ATM tra fine 2024 ed inizio 2025 andrà in consegna con alcuni dei modelli annunciati negli ultimi mesi. I carri tramoggia Tipo Faacs per esempio. Dopo la consegna di quelli in livrea grigia e quelli in livrea grigia con stanti in colore ossido, di cui abbiamo già parlato negli scorsi mesi, sarà il turno dei set in tutto color rosso vagone (Articolo CF 12.002C). La consegna ai negozi avverrà da lunedì 30 settembre e pertanto possiamo considerare questi modelli come già disponibili per tutti gli appassionati.
Doveroso quindi approfondire l’argomento con alcuni cenni storici. I carri a carrelli per trasporto pietrisco Vfaccs (attualmente rimarcati Faccs in seguito alla divisionalizzazione delle FS), sono stati costruiti in oltre 1000 unità a partire dalla metà degli anni ’70 in due sotto serie principali da varie aziende, come Costamasnaga, Cima, officine Fiore/ Casertane, Keller.
Una parte di questi carri furono modificati per un certo periodo, con una copertura, rendendoli atti al trasporto di materiale igroscopico, rimarcati Uadds e verniciati in Rosso Vagone.
Lo scarico del pietrisco viene effettuato tramite 4 sportelli apribili, di cui 2 verso il binario esterno, e 2 verso quello interno. Alcuni carri di questo tipo sono stati costruiti da Costamasnaga anche per le ferrovie spagnole in una sgargiante livrea giallo/blue.
Significato della sigla Vfaccs:
V = Carro di Servizio
F = Carro a sponde alte di tipo speciale
a = carro a carrelli
cc = Scarico a gravità controllata, bilaterale, alternativo, basso
s = Atto a circolare a regime S (100Km/h).
I modelli vengono consegnati in un’elegante confezione contenente due carri di Tipo Faccs “italiani”, con livrea Rosso Vagone e numerazione 699-9 286-6 e 699 9 429-2. La cassa è in ABS rinforzata, mentre sono dotati di una nuova riproduzione dei carrelli di tipo Y25, più solidi e robusti. Da notare i dettagli in metallo fotoincisi riportati sulla cassa, il raggio di curvatura garantito è R1 360 mm.
Entro la fine dell’anno dovrebbero poi andare in consegna i postali per servizio messaggeri Tipo 1923 UM 24 con cassone REC in grigio ardesia ed in epoca IV (passo 8.000mm), ordini dei rotabili tra il 1923 ed il 1924.
Questi veicoli, ordinati appunto nel 1923-24 e consegnati nel 1924-25, sono stati realizzati da alcune tra le più note industrie nazionali produttrici di materiale ferroviario, in due ordini per le Regie Poste. Alla loro entrata in servizio furono numerati come UMCR da 8.200 a 8.264.
Il loro passo da 8 metri, con sale a spostamento radiale, e la lunghezza di 13,33 metri fuori respingenti, li rendevano simili agli altri Tipi di postali quali i 1911, 1921, 1922, 1923 e 1923M. La tara media era di 16,8 tonnellate. Le boccole erano del tipo 43B, con sale SN; la trazione era continua del tipo ex-normale e respingenti tipo 21 con custodie tipo 65. Da segnalare all’origine la presenza del gancio con doppio tenditore di sicurezza tipo Sürth, poi eliminato.
La categoria di velocità alla quale erano iscritti era la 1, quindi potevano viaggiare a 100 km/h, ed erano dotati di freno Westinghouse automatico e riscaldamento Haag a vapore. L’illuminazione fu realizzata con lampadine ed accumulatori sin dall’origine, mentre quella di riserva era garantita da lumini di paraffina.
Le livree rivestite seguirono negli anni quelle degli altri veicoli ordinari, e tutte e tre saranno riproposte nei modelli ATM. Il riscaldamento a vapore fu integrato da quello elettrico FS a 3.000 Volt negli anni ’50.
La fine degli anni ’60 e gli anni ’70 decretarono la fine del “marrone ad olio” per le unità superstiti, dipinte a quel punto in grigio ardesia, con imperiale in alluminio e ferramenta del telaio in nero. Le iscrizioni erano in avorio con il caratteristico logo a televisore.
Nel 1967 troviamo ancora in servizio 35 UM che nel 1969 calano a 32. Dieci anni dopo, nel 1979, la consistenza era di 13 UM, che nel volgere di pochi anni sarebbero stati programmati per la demolizione.
Come è ovvio che sia, dopo i servizi prestati per diversi decenni lungo la penisola, negli ultimi anni di carriera questi postali finirono in composizione a modesti locali su linee secondarie, assieme alle carrozze più obsolete, con gli anni 70 che decretarono la definitiva messa fuori servizio degli ultimi esemplari, come indicato nelle consistenze sopraccitate.
Con articolo CF 05.004 sarà consegnato il carro Tipo UM24 numerazione 218 assegnato a Torino PN, che riproduce il carro postale e messaggeri Tipo UM 24, cassa in legno serie “UM 1924” in perfetta scala H0 1:87 con cassone Rec in livrea Grigio Ardesia e ambientato in epoca quarta; con articolo CF 05.005 lo stesso modello sarà riprodotto con marcatura UM24 numerazione 232 con residenza Milano Centrale, mentre con articolo CF 05.006 sarà riprodotto con numerazione 255.
La cassa è in ABS rinforzata, il raggio minimo di curvatura del modello è R1, le scalette e le pedane ed i corrimani sono in ottone foto-inciso.
Presentazione ufficiale per il carro postale Tipo UM11 che riproduce il modello dei carri postali per servizio messaggeri ed ufficio postale ambulante. Si tratta dei postali a due assi Tipo 1911 (passo 8.000 mm), ordinati appunto nel 1911. In tutto saranno realizzati tre varianti: con articolo CF 05.007 la versione in epoca seconda in verde coloniale, con articolo CF 05.008 quella in castano in epoca terza e con articolo CF 05.009 quella in grigia ardesia per l’epoca quarta.
Infine un inedito davvero particolare. ATM, infatti, sta lavorando e andrà in produzione con il postale Tipo UM 22 realizzato in due varianti: verde imperiale e castano per rispettivamente epoca seconda ed epoca terza (Articoli rispettivamente CF 05.010 e CF 05.011). I modelli campione facevano già bella mostra di sé in vetrina, ed abbiamo voluto lasciare il fascino della vetrina stessa, dove, tra l’altro, si può apprezzare il fatto che gli stessi erano in mostra su spezzoni di binari curvi. Il modello infatti è stato progettato per poter girare tranquillamente sui raggi R1, nonostante la presenza del lungo quanto realistico scalino di salita. I respingenti sono del tipo a bovolo in metallo.