Sorpresa importante nell’uovo di Pasqua per gli appassionati di modellismo ferroviario. In realtà sono tantissime le consegne avvenute nella settimana che ha preceduto le festività pasquali, che andremo ad argomentare nei prossimi giorni con articoli appositi. Iniziamo questa particolare serie parlando di Oskar: l’azienda sarda cala l’asso come sorpresa di Pasqua, consegnando le attesissime “Ocarine” ALe 880 a testate tronche. I modelli erano stati annunciati nel corso del 2023, come novità per la stagione 2023/24: al momento Oskar ha consegnato i primi due set.
Con articolo 2096 il set da due pezzi composto dalla ALe 880.013 in versione motorizzata e dalla ALe 880.019 non motorizzata (facenti parte della serie ALe 880 001-034), ambientate in epoca IV (Costruzione Ansaldo anno 1939). I modelli sono provvisti di presa decoder Tipo PluX22. Il set prevede entrambi i modelli con testate tronche e con intercomunicante, fanali d’origine e trombe lunghe, con pantografi tipo 42LR. Il telaio è in metallo, la cassa ed il sottocassa in ABS, con respingenti molleggiati. Viene fornito con un frontale in configurazione chiusa e l’altro in configurazione aperta, con mantice già istallato: all’interno della confezione sono presenti alcuni aggiuntivi che permettono qualsiasi situazione, quindi con la possibilità di poter configurare a scelta tutti i frontali.
Il modello è dotato di doppia motorizzazione a cinque poli e trasmissione cardanica su entrambi i carrelli con giunti telescopici, con timoni di allontanamento e porta gancio a norma NEM su entrambe le testate. Le inversione delle luci in base al senso di marcia bianco/rosso, e l’illuminazione interna di serie: le luci sono configurabili in analogico tramite microinterruttori e in digitale tramite funzioni: luci di testa, luci di coda, vano viaggiatori, cabina A e cabina B. I modelli sono predisposti per installazione, senza dover smontare la cassa, del decoder Plux22 e con altoparlante installato e cablato di serie.
Il raggio minimo suggerito è di 420 mm, mentre i frontali sono predisposti con carenature intercambiabili aperte o chiuse per viaggiare in unità singola o multipla secondo le esigenze del modellista, configurabili a piacere. La testata con intercomunicante configurabile, con mantice esteso e porte aperte oppure chiuso, le carenature sono avvolgenti, e sono riprodotte con parti apribili presso i carrelli, con richiamo a molla, per la circolazione fino a 42 cm di raggio. La meccanica è completamente nascosta sotto l’arredo interno, con due motori che agiscono sul relativo carrello tramite giunto snodato e alberino telescopico. Il modello presenta due ruote con anelli di aderenza, mentre l’impianto elettrico è di nuova concezione, con illuminazione interna di serie: ambiente viaggiatori e posto di guida gestiti separatamente.
Con articolo 2097 invece Oskar ha consegnato un set composto da due elementi. Il set è composto da una ALe 880.025, costruzione Savigliano 1938, in versione motorizzata ed una Le 640.027, costruzione OM anno 1939, in epoca IVb. Il modello è dotato di presa decoder PluX22. La caratteristiche della ALe 880, diversamente da quelle presenti nel set articolo 2096 sono le seguenti: fanali di tipo moderno, trombe corte, con pittogrammi fumatori e scritte fine anni ottanta, mentre i pantografi sono del tipo 42LR. Identiche le altre caratteristiche: telaio in metallo, cassa e sottocassa in ABS, con respingenti molleggiati; predisposto per installazione di decoder Plux22, senza smontare la cassa e con altoparlante installato e cablato di serie. Anche in questo caso il raggio minimo suggerito è di 420 mm.
BREVE CENNO STORICO – L’automotrice ALe 790 è una automotrice leggera elettrica delle Ferrovie dello Stato Italiane costruita tra il 1938 e il 1946 in due serie con lievi differenze meccaniche ma con parti frontali del tutto differenti. L’automotrice ALe 880, oggetto di questo articolo, le è strettamente imparentata: differisce soltanto per il numero totale di posti a sedere, 88 anziché 79.
Il successo degli elettrotreni ETR 200 e delle elettromotrici da essi derivate ALe 792 e ALe 882 spinse le Ferrovie dello Stato a proseguire nelle ordinazioni del versatile mezzo leggero (anch’esso ribattezzato dalla fantasia popolare Littorina). L’impostazione stilistica delle due serie, molto simile a quella dell’elettrotreno con il caratteristico frontale a muso di vipera, aveva portato alla costruzione di elettromotrici con ambedue i frontali aerodinamici, prive quindi di intercomunicante; ciò, in conseguenza dell’immediato successo di passeggeri, aveva rivelato il suo limite nella necessità di accoppiare altre unità in composizione che richiedevano la presenza di ulteriore personale con aggravio di costi. Venne quindi deciso di costruire, a partire dal 1938, le unità successive con l’intercomunicante e i mantici di accoppiamento tra le unità rinunciando al frontale aerodinamico e costruendo delle testate piatte con piccolissima cabina di guida laterale; l’effetto estetico venne giudicato orribile al tempo ma dava la possibilità di costituire treni più lunghi con eventualmente le aerodinamiche ALe 792/ALe 882 alla testa del convoglio e le ALe 790/ALe 880 intercomunicanti al centro. La costruzione venne commissionata alle aziende italiane più importanti: Fiat, OM, Ansaldo, Società Nazionale Officine di Savigliano e Breda, che costruì solo parte delle ALe 880. Le parti elettriche furono di Ercole Marelli per le Fiat, CGE per le OM. Le porte di salita rimasero quelle tradizionali a battente ora più vicine alle due estremità; di tale serie vennero costruite 12 unità del tipo 790 tutte dalla Fiat e 34 degli altri costruttori del tipo ALe 880.
La seconda e terza serie, dal 1939-1940 in poi, portò ad un ripensamento e vennero costruite con una cabina anteriore aerodinamica ed una posteriore piatta in quanto ci si rese conto che di massima le elettromotrici venivano accoppiate a due a due e nel caso di necessità bastavano le unità ALe 790 e ALe 880 già costruite.
Il numero totale di elettromotrici costruite raggiunse complessivamente le 186 unità dei due sottogruppi sostanzialmente differenti per pochi particolari meccanici od elettrici. Non tutte le unità prodotte poterono svolgere servizio sulla rete a causa dell’entrata in guerra dell’Italia, dato che furono distrutte ancora nelle fabbriche o nei depositi locomotive; molte altre vennero seriamente danneggiate dai bombardamenti e finirono per essere rottamate altre dovettero essere interamente ricostruite. Una quindicina furono riadattate e smotorizzate nel dopoguerra e utilizzate in Pianura Padana come rimorchi in composizione. Intorno al 1946 ripresa l’attività industriale vennero consegnate le ultime unità dell’ordinativo dopodiché cessò definitivamente la produzione. Il servizio prestato nel dopoguerra ha interessato quasi tutte le linee italiane fino agli anni ottanta; in virtù del loro basso peso assiale (inferiore alle 12 t per asse) sono risultate idonee a circolare anche su linee secondarie in concessione, venendo così utilizzate a noleggio anche sulle Ferrovie Nord Milano, sulla Ferrovia Casentinese, sulla Ferrovia Cancello-Benevento, sulla Ferrovia Modena-Sassuolo ed altre. Gli anni ’90 hanno visto la loro totale radiazione.
LE ALE 880 NELL’EDITORIA – Sono veramente tante le pubblicazioni e gli articoli dedicati nelle varie riviste alle “Ocarine”. Ci sono però tre interessanti pubblicazioni che sottoponiamo al vostro interesse. Nel 1989 Edizioni LocoDivision pubblicò tre volumi dedicati alle Automotrici Leggere termiche ed elettriche. In uno di questi volumi c’è un ampio spazio dedicato a questi rotabili. Un salto temporale di oltre vent’anni per arrivare al 2013 quando Edizioni Pegaso Firenze pubblica un piccolo, ma interessante, volume tascabile tal titolo eloquente: “Ocarine”. Più recente la pubblicazione di TG Trains, terza memoria editoriale di questo articolo ed anche in questo caso ampio spazio dedicato alle ocarine. Buona lettura…