Annunciati in occasione dell’Hobby Model Expo del 2022, presentati in occasione dell’edizione 2023 e consegnati proprio nella settimana successiva alla kermesse di Novegro. Rivarossi ha finalmente reso disponibili due nuovi modelli di locomotiva elettrica E. 424, in scala H0 1:87.
Con articolo HR2873 è stata consegnata la E 424 110 nella livrea castano/isabella, ambientata in epoca IV. Rivarossi per questo modello ha realizzato un nuovo frontale con gocciolatoio, un nuovo pantografo tipo 42LR, ed un nuovo impianto elettrico che prevede anche un nuovo impianto sonoro con altoparlante sugar cube. Con articolo HR2873S è stata consegnata invece la versione con Sound-decoder di serie.
Con articolo HR2874 Rivarossi ha invece consegnato la E 424 015 nella livrea isabella, ambientata in epoca V. Il modello presenta un nuovo frontale con gocciolatoio, ed un nuovo pantografo Tipo 42LR. Come nel caso del precedente modello anche in questo caso lo storico marchio ha realizzato un nuovo impianto elettrico, con un nuovo impianto sonoro dotato di altoparlante sugar cube. Ovviamente disponibile anche la versione con Sound-decoder di serie (Articolo HR2874S).
BREVE CENNO STORICO – Negli anni trenta l’ingegner Bianchi, padre della trazione elettrica in continua in Italia, aveva progettato diversi tipi di locomotive tra cui una piccola macchina a 4 assi motori universale per servizi merci e viaggiatori a velocità fino a 90 km/h.
Lo sviluppo della E.326 e della E.428 aveva poi fatto passare in secondo piano il progetto di questa macchina a rodiggio Bo’ Bo’. Fu a partire dalla realizzazione dell’E.636 che venne rimessa in discussione l’idea: infatti venne ripresa l’idea del riutilizzo unificato delle parti meccaniche della E.636 (progetto di cui fece parte l’ingegner D’Arbela, già noto per il suo separatore adottato sul gruppo E.428). Sul nuovo gruppo E.424 venne adottata tutta una serie di accorgimenti e parti già utilizzate sulle E.636, tipo di carrello e sospensione, tipo di motori, utilizzo della saldatura delle parti della cassa, e l’applicazione dell’avviatore automatico, già sperimentato sulle automotrici di allora.
Tra il 1943 e il 1944 alla Breda vennero costruite le unità prototipo 001-003. Ma solo con la fine della seconda guerra mondiale poté iniziare la produzione vera e propria di E.424. Dopo i primi tre prototipi motorizzati con motori della E.636, tra cui l’unità 003, danneggiata dai bombardamenti, l’inizio della produzione in serie venne reso possibile grazie agli stanziamenti del piano U.N.R.R.A. (United Nation Relief and Rehabilitation Administration). La costruzione delle locomotive fu ripartita tra Breda, Officine Reggiane/Ercole Marelli, Officine di Savigliano, Tecnomasio Italiano-Brown-Boveri, OM/CGE e Ansaldo.
A partire dal 1987 un certo numero di unità è stato trasformato per l’uso con treni reversibili (navetta), attuando in fondo la vocazione originaria del gruppo, ricevendo in tale occasione la livrea MDVE e successivamente quella XMPR.
Nel 2001 sono cessati definitivamente i servizi delle macchine non trasformate, tutte concentrate presso il deposito di Alessandria. Le unità navetta sopravvissero ancora alcuni anni, ma vennero infine ritirate dal servizio regolare nei primi mesi del 2008, a causa dei costi di manutenzione divenuti eccessivi, dell’antieconomica installazione delle nuove apparecchiature di sicurezza (come l’SCMT) ma soprattutto per via della progressiva immissione in servizio delle moderne E.464.
Alcune unità del gruppo sono state preservate a fini storico-museali, nella fattispecie:
- la E.424.005, accantonata a Pistoia nel 1990 e ripristinata in occasione del 140º anniversario della ferrovia Porrettana attingendo pezzi dalle demolende 003 e 004. Attualmente è l’unica unità compound attiva del gruppo e l’unica locomotiva elettrica che ha mantenuto in opera il “separatore D’Arbela”. È affidata all’associazione Italvapore, che ha sede proprio nell’ex deposito di appartenenza della macchina.
- la E.424.049, già trasformata per il servizio navetta con numerazione E.424.249, riportata dai membri dell’Associazione Treni Storici Puglia (ATSP) di Taranto all’aspetto estetico di origine, con ripristino delle due saracinesche del bagagliaio nonché della livrea bitonale Castano-Isabella.
- la E.424.075, unità non trasformata ex Alessandria. Nel 2001, a fine carriera, è passata sotto la custodia del FERALP di Bussoleno.
Altre due macchine, la 243 e la 302, sono giunte a fine carriera in livrea MDVE, la prima riverniciata sempre dall’ATSP di Taranto, sarà poi successivamente demolita, mentre la seconda non ha mai ricevuto l’XMPR in fase di revisione e nemmeno i nuovi loghi aziendali adottati a partire dal 1994, ma poi nonostante ciò è stata demolita.