MODELLISMO | Oskar consegna due D.341 prototipo, e due set di carri tramoggia Tipo Fcc

Prosegue il programma di consegne delle novità per il 2024 da parte del marchio sardo Oskar. Nelle ultime settimane sono giunti nei negozi altri due set di “tramoggine” a due assi Tipo Fcc.

Con articolo 4354 Oskar ha consegnato un set di due carri Tipo Fcc in livrea grigia delle Ferrovie dello Stato (numerazioni 4283 639 1 017-8 e 4083 639 1 055-8), ambientate in epoca V. I due modelli, in perfetta scala H0 1:87, sono state realizzate con il telaio in metallo (la sottostruttura della vasca, ndr), mentre la sovrastruttura è in plastica. Gli assi sono in metallo, i timoni con porta-gancio a norma NEM su entrambe le testate: il carico riprodotto è estraibile, con l’interno della vasca anch’esso riprodotto. I particolari sono interamente riportati e finemente dettagliati: leveraggi, impianto frenante mancorrenti, predellini.

Con le stesse caratteristiche tecniche descritte per i modelli precedenti Oskar ha consegnato anche una confezione con due carri ex VFcc delle FS, cedute alla società Valsecchi Armamento Ferroviario, in livrea gialla e ambientata in epoca VI.

Consegnato da pochissimi giorni il modello in scala H0 1:87 che riproduce la locomotiva diesel-elettrica D.341 5001 prototipo di prima serie delle Ferrovie dello Stato, di costruzione Reggiane riprodotta allo stato dell’epoca IV con terzo fanale e corrimani aggiunti sul frontale: si tratta della versione in livrea isabella e rosso segnale con fasce in castano.

I frontali ricchi di dettagli già applicati sono configurabili con altri particolari presenti nella bustina fornita insieme al modello; i portaganci a norma Nem 362, ora articolati su timone di allontanamento. Nuova anche la meccanica con nuovo motore a cinque poli, il telaio è in metallo pressofuso, con trasmissione articolata con riduzione senza fine su tutte le ruote: due ruote hanno gli anelli di aderenza.

Nuovo anche l’impianto elettrico, realizzato con una nuova concezione: fanali funzionanti illuminati a led con luce bianco caldo o rossa, con inversione, predisposizione digitale con diffusore sonoro già installato e collegata all’interfaccia PluX22.

Con le stesse caratteristiche tecniche riproduttive adottate per il precedente modello Oskar ha realizzato in perfetta scala H0 1:87 la locomotiva diesel-elettrica D. 341 4001 prototipo esemplare unico delle FS, di progettazione e costruzione Ansaldo senza terzo fanale alto. In livrea Isabella e rosso segnale con fasce castano, in epoca IIIb-IV.

CENNI STORICI – In merito alla locomotiva diesel D. 341 4001 possiamo affermare che si sia trattato di un vero e proprio esperimento di Ansaldo che, nonostante fosse impegnata principalmente sul fronte delle locomotive diesel con trasmissione idromeccanica, colse l’opportunità nel 1959 di costruire un prototipo con trasmissione elettrica che si discostava parecchio dalle unità Fiat, Breda e Reggiane. La cassa presentava la struttura e la linea tipiche della locomotive Ansaldo D. 342. L’adozione di un unico motore Diesel e della relativa generatrice rivoluzionava tuttavia la disposizione degli organi nell’ambiente centrale, che rispecchiava quella delle locomotive diesel D. 341. Secondo la pratica dell’Ansaldo, rimaneva l’ubicazione dei radiatori sullo spiovente del tetto.

Il motore diesel, secondo i rapporti di collaborazione tra la casa genovese e la tedesca Maybach, era del tipo MD 865 sovralimentata a sedici cilindri, e tarato a 1.180 kW al regime di 1.500 giri/minuto.

In sostanza di analogo alle altre D. 341 vi erano i due carrelli, equipaggiati con i soliti motori elettrici Tibb sospesi per il naso, sostituiti nel 1962 con gli LC 242/37 dell’Ansaldo. Tale soluzione permise di evitare spese e lavori di progettazione o costruzione di un nuovo apparato o di modificazione di uno esistente, tenendo inoltre presente che la parte più delicata da sperimentare sulle nuove macchine non era questa, ma il gruppo motore-generatrice-regolazione, nel quale, significativamente, si riscontrano le differenze rispetto alle altre D. 341. Un’altra differenza consisteva nel raffreddamento dei radiatori, che era ad azionamento idrostatico.

La D. 341 4001 prototipo Ansaldo fotografata da Claudio Pedrazzini a Bari il 28 Luglio 1971

Nel 1958, invece, l’azienda Reggiane costruì il prototipo D. 341 5001, oltre ad essere impegnata nella costruzione delle serie 1000, mettendo a frutto, così come per la Fiat Meterfer, la Fiat Grandi Motori e l’OM, per Breda Elettromeccanica insieme a Isotta Fraschini (per la serie 2000), e la Ansaldo (come abbiamo visto per il prototipo D. 341 4001), la collaborazione tra l’Ufficio Materiale e Trazione delle Ferrovie dello Stato e le case costruttrici interessate alla loro fornitura. Reggiane realizzò nello specifico il prototipo D. 341 5001, oltre ad essere impegnata come detto con Fiat nella costruzione delle serie 1000.

La D. 341 5001 sviluppava una potenza di 970 kW con una velocità massima di 100 km/h: la parte elettrica era praticamente simile alle unità di serie 1000 e 2000, mentre nella parte meccanica cambiava completamente il motore diesel che era il MAN V6V22/30 a 12 cilindri a “V” della potenza di 1.320 CV che aveva prestazioni analoghe a quelle degli altri propulsori. Come detto fu costruita nel dicembre 1958, e giunse presso il Deposito Locomotive di Taranto a inizio 1959. Nel 1973 il motore MAN, che per tutti gli anni sessanta aveva subito diversi guasti, fu sostituito con un motore Fiat, rendendo la locomotiva analoga alle D.341 di prima serie.

La D. 341 5001 fotografata a Catanzaro il 31 Dicembre 1973
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