Da qualche settimana la Oskar, che lo scorso 2 novembre 2023 ha annunciato tra le novità per il 2024 la realizzazione delle “Ocarine a testate tronche” ALe 880 (leggi qui), ha consegnato ai negozi alcuni nuovi modelli di carrozze Tipo 1951R “Corbellini”, sia in livrea castano-isabella che in livrea grigio ardesia.
L’ultima volta che Oskar aveva consegnato questo rotabile era il 2007, mentre nel 2013 aveva consegnato tre set che comprendevano anche i locomotori diesel D.341 e D.443. Per il momento, in attesa di altre prossime consegne, sono sette i modelli consegnati.
Con articolo 3300.2 ha consegnato una carrozza di seconda classe, in livrea castano/isabella con numeri in alluminio, ambientata in epoca IIIb. Con articolo 3304 ha invece consegnato una carrozza di seconda classe, in livrea grigio ardesia e con marcatura UIC 50 83 29 08 096-6 B ambientata in epoca IVb (prima metà anni ottanta).
Con l’articolo 3304.1 è stata invece consegnata un’altra vettura di seconda classe, in livrea grigio ardesia, sempre con marcatura UIC (50 83 29-08 046-1 B) e quindi ancora ambientata in epoca IVb.
Con articolo 3305 invece una carrozza di terza classe in livrea castano/isabella, numerata Cz 38352 con numeri in alluminio: in questo caso il rotabile è ambientato in epoca IIIa, dato che l’abolizione della terza classe è riconducibile all’anno 1956.
Con articolo 3358 invece ecco che l’azienda sarda ha consegnato una carrozza di di seconda classe ex mista, in livrea grigio ardesia e con marcatura UIC (50 83 28 08 391-2 B), giustamente ambientata in epoca IVb. Il sesto modello consegnato, articolo 3359, riguarda una carrozza mista prima/seconda classe in livrea grigio ardesia con marcatura UIC (50 83 38 18 500-4 AB) e quindi ancora ambientata in epoca IVb.
Infine con articolo 3360 è stata consegnata una carrozza mista prima/seconda classe in castano/isabella ambientata in epoca IIIb e numerata ABz 69184.
Migliorato il packaging: i modelli sono protetti da una velina plastica apposita per conservare al meglio i rotabili, inseriti in un box di plastica trasparente formato da due pezzi che in maniera uniforme blocca il contenuto all’interno di una scatola di cartone, anch’essa composta da due pezzi.
BREVE CENNO STORICO – Le carrozze “Corbellini” furono costruite tra il 1948 e il 1963 in tre gruppi principali: Tipo 1947, Tipo 1951R e Tipo 1957R, e rimasero in servizio presso le Ferrovie dello Stato fino agli anni ottanta dello scorso secolo. Il nome deriva da quello del ministro dei Trasporti nel periodo della ricostruzione post-bellica Guido Corbellini che, dopo averle progettate quando era Capo del Servizio Materiale e Trazione delle FS, ne ordinò la costruzione.
Inizialmente concepite come vetture di terza classe, furono riclassificate come vetture di seconda (o miste prima/seconda) a seguito dell’abolizione della terza classe in tutta Europa avvenuta nel 1956. Erano state progettate per treni locali con forte affollamento, e caratterizzate da una doppia porta di accesso ad un vestibolo centrale. I sedili interni, in legno come sulle Centoporte ma ricoperti da una imbottitura presente sul poggiatesta e successivamente in alcuni esemplari anche sul piano di seduta, offrivano da 59 a 92 posti secondo il gruppo. Il riscaldamento era a vapore o elettrico. Le vetture ebbero, in epoche diverse, le tre classiche colorazioni castano Isabella (epoca IIIa ed alcuni esemplari anche IIIb), castano (epoca IIIb) e grigio ardesia (epoca IV). Inizialmente le Tipo 1947 furono nella maggior parte costruite come carrozze a 2 assi; successivamente alcune vennero aggiornate utilizzando i carrelli provenienti da carrozze a carrelli di diverso tipo in demolizione e identificate come Tipo 1947T. Le Tipo 1951R erano derivate, come le Centoporte, da vecchie vetture a cassa in legno Tipo 1906 e Tipo 1910 riutilizzandone i telai; da qui l’utilizzo della lettera “R” ad identificare la parola “ricostruzione”.
Le Tipo 1957R erano costruite allungando dei telai di carrozze Tipo 1910, così da incrementare la capienza massima fino a 92 passeggeri a sedere. Il tragico incidente di Voghera del 1962 evidenziò tuttavia alcuni limiti strutturali di questa tecnica, ponendo fine alla costruzione di altri esemplari. Attualmente ci sono alcuni esemplari in circolazione in forza al parco di Fondazione FS Italiane per l’espletamento di treni storici.